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L’arte di plasmare “a nostra immagine”: una mostra per la scultura rinascimentale in terracotta

Regione Ecclesiastica: Triveneto
Diocesi di Padova
AMBITO: Musei Diocesani
pubblicato il 15/02/2020

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Data / Ora
Data - 15/02/2020 - 02/06/2020
martedì-venerdì 10.00-13.00, 14.00-18.00; sabato domenica e festivi 10.00-13.00, 14.00-19.00

Luogo
Museo Diocesano di Padova


CHIUSURA STRAORDINARIA DEL MUSEO DIOCESANO E DELLA MOSTRA

“Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza”: con queste parole nel libro della Genesi (1, 26) Dio completa la creazione del mondo, plasmando l’uomo dalla terra e facendolo simile a lui. È lo stesso gesto che l’uomo ha compiuto, fin dagli albori della storia, per produrre vasellame e oggetti utili alla vita quotidiana, ma anche per modellare immagini a sé somiglianti, un atto creativo che il racconto biblico ha immaginato simile a quello del Creatore.

A nostra immagine. Scultura in terracotta del Rinascimento da Donatello a Riccio è il titolo della mostra in corso nella sede del Museo diocesano di Padova.

Praticata e apprezzata nel mondo antico, quasi dimenticata durante il Medioevo, l’arte di plasmare e cuocere l’argilla come forma d’arte viene riscoperta a Firenze agli inizi del Quattrocento, con Lorenzo Ghiberti, Donatello e i suoi compagni e allievi, e di lì si diffonde anche in Nord Italia.

La presenza di Donatello a Padova alla metà del secolo segna profondamente l’arte dei decenni a venire attraverso l’esempio delle sue opere e dei suoi allievi, fino a giungere ai protagonisti della scultura padovana della seconda metà del Quattrocento, da Bartolomeo Bellano, a Giovanni de Fondulis, ad Andrea Briosco detto il Riccio. Un percorso che prende dunque le mosse dal naturalismo donatelliano, carico di profondità psicologica, e sfocia agli inizi del Cinquecento in un classicismo all’antica di cui Riccio è il campione assoluto.

Dai rilievi con la Madonna e il Bambino, che esplorano gli affetti tra madre e figlio, ai santi che popolavano gli altari delle chiese, ai Compianti su Cristo morto che, con eccezionale verismo mettono in scena il dolore dell’umanità, la mostra raccoglie capolavori oggi dispersi tra le chiese, dove sono spesso dimenticati, i musei italiani e stranieri e le collezioni private, con alcuni straordinari inediti.

Si tratta di un patrimonio fragile e spesso frammentario, che richiede uno sforzo per immaginarlo ancora integro, sugli altari, nei capitelli lungo le vie, nelle case private, e che siamo chiamati a conservare con cura.

Il nucleo dell’esposizione è infatti costituito da alcune sculture recuperate nell’ambito del progetto Mi sta a cuore, e presentate al pubblico anche con l’ausilio di supporti multimediali che ne raccontano i restauri. Completano la mostra un itinerario in città, evidenziato da apposita segnaletica, e un calendario di appuntamenti, per conoscere da vicino il patrimonio di cui siamo depositari e comprendere sempre di più quella stagione straordinaria dell’arte padovana e della vita delle nostre comunità, che chiamiamo Rinascimento.

Il biglietto (intero € 8, ridotto € 6) comprende l’ingresso al Palazzo Vescovile e al Museo Diocesano.

Per informazioni su visite guidate, attività didattiche, ed eventi nel periodo della mostra visita: www.museodiocesanopadova.it

 

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